HAITI

Capitale: Port-au-Prince
Popolazione: 7.929.048
Superficie: 27.700 Km2
Fuso orario: - 6 o -7 ore a seconda del periodo dell’anno in relazione all’applicazione dell’ora legale. Durante l’anno 2008 Haiti non ha adottato l’ora legale.
Lingue: francese, creolo, inglese
Religioni: cattolica, protestante
Moneta: Gourde
 

Haiti è una nazione dell'America situata nel Mar dei Caraibi. Un tempo colonia francese, è stata - dopo gli Stati Uniti - una delle prime nazioni delle Americhe a dichiarare la propria indipendenza. Il territorio haitiano copre la parte occidentale dell'isola di Hispaniola e confina a est con la Repubblica Dominicana. Haiti è il paese più povero delle Americhe.

Il terremoto e l'epidemia di colera del 2010
Il 12 gennaio 2010, alle ore 21:53:09 UTC (16:53 ora locale), un violento terremoto di magnitudo 7,3 Mw, seguito da numerose repliche di intensità superiore a 5,0 Mw, ha colpito l'entroterra di Haiti in prossimità della capitale Port-au-Prince.
Il numero di vittime e l'entità dei danni materiali provocati dal sisma sono ancora sconosciuti, ma sono apparsi subito ingenti, con notizie che indicavano un numero di morti compreso tra decine di migliaia e 500.000. Secondo la Croce Rossa Internazionale, il terremoto avrebbe coinvolto più di 3 milioni di persone e 222.517 (bilancio ufficiale del 24 febbraio 2010) persone sarebbero rimaste uccise e 300.000 ferite. Molti edifici della capitale, compresi i quattro ospedali cittadini, il Palazzo presidenziale e la sede del parlamento (Assemblea Nazionale di Haiti), la cattedrale, il quartiere generale della missione ONU di peacekeeping MINUSTAH, sono andati distrutti o gravemente danneggiati.
Dieci mesi dopo la situazione si è aggravata ulteriormente a causa di una epidemia di colera che si è diffusa tra la popolazione haitiana e che ha comportato altri casi di morte.

Tutt'ora, gran parte degli edifici pubblici, compresi aeroporti e palazzi del governo, sono occupati dalle forze armate USA, le quali hanno dislocato centinaia di mezzi blindati, accampamenti e arsenali in tutta l'isola, creando inizialmente contrasti con le forze dell'ONU. I Marines appartenenti all'esercito statunitense ammontano a 10.000 con il solo compito di pattugliare la zona.
Haiti è il paese meno sviluppato dell'emisfero settentrionale e uno dei più poveri al mondo. Gli indicatori economici e sociali mostrano come Haiti, a partire dagli anni '80, abbia accumulato il divario rispetto ad altri paesi in via di sviluppo con livelli di reddito molto bassi.
Secondo la Banca Mondiale nel 2008 il PIL consisteva in 6,69 miliardi di dollari.

Haiti occupa la 153ª posizione su 177 paesi classificati in base all'Indice di sviluppo umano. Circa l'80% della popolazione vive in una condizione di povertà degradante, il 54% vive con meno di un dollaro al giorno, posizionando così il paese al penultimo posto nel mondo nella relativa classifica.
Haiti risulta essere in forte ritardo in pressoché tutti gli indicatori di sviluppo anche in confronto ai paesi della zona caraibica e alla Repubblica Dominicana, che divide con Haiti il territorio della stessa isola (Hispaniola). Il reddito medio pro capite dei dominicani è doppio rispetto agli haitiani e la povertà è un fenomeno limitato, con il solo 3% della popolazione che vive con meno di un dollaro al giorno. Anche la mortalità infantile, che nella Repubblica Dominicana colpisce 31 bambini su 1000 nati vivi, ad Haiti ha una consistenza più che doppia (74 ogni 1000 bambini nati vivi).
I disoccupati di Haiti rappresentano oltre il 60% della popolazione e sul paese grava un pesante debito.
Quasi il 70% degli haitiani è impiegato nel settore agricolo, che rappresenta quasi un terzo del PIL nonostante sia per lo più una forma di agricoltura di sussistenza praticata su piccola scala. L'industria riveste un ruolo assolutamente marginale mentre i servizi, il turismo in particolare copre il restante 40% circa dell'economia del paese. Haiti ha conosciuto nello scorso decennio una piccola crescita dei posti di lavoro, mentre, attualmente, si assiste ad un aumento dell'economia sommersa.
Durante le amministrazioni Aristide (secondo periodo) e Alexandre-Latortue, le difficoltà riscontrate nel raggiungere accordi con i finanziatori internazionali hanno negato ad Haiti gli aiuti di cui il paese aveva fortemente bisogno. Un altro ostacolo allo sviluppo economico è rappresentato dalla dilagante violenza che, negli ultimi 20 anni, ha tormentato la vita politica e sociale di Haiti. Sebbene vi fosse una situazione di relativa stabilità sotto i governi del Fanmi Lavalas, ciò non è bastato per convincere gli investitori stranieri ad impiegare il loro capitale nel paese.
Di conseguenza, Haiti negli ultimi 20 anni ha conosciuto periodi di ristrettezze economiche, di consistenti deficit della bilancia commerciale e cicli caratterizzati da elevati livelli di inflazione. Gli studi hanno inoltre dimostrato che il flusso di riserve dall'estero, almeno per gli ultimi cinque anni, è rappresentato soprattutto dalle rimesse della consistente comunità haitiana espatriata e dalle tasse sulle telefonate dall'estero.
Dopo una recessione culminata nel 2004 si è verificata una lenta ripresa interrottasi però nel 2008 a seguito dei pesanti scontri di piazza, limitando così la crescita all'1,3%.

Nel 2009 la crescita era invece prevista di circa il 2%.
Dalla sesta rassegna valutativa, pubblicata sul sito del Fondo Monetario Internazionale il 4 febbraio 2010, si ha una visione generale dell’anno fiscale 2009 (conclusosi il 30 settembre 2009), nonché del primo trimestre 2010. Nonostante la grave crisi economica che ha colpito tutto il mondo, la crescita economica di Haiti è stata positiva (2,9 per cento), mentre l’inflazione è scesa a settembre a −4,7 per cento, riflettendo la diminuzione dei prezzi dei prodotti alimentari locali e internazionali. Il disavanzo di bilancio è rimasto contenuto (4,4 per cento del PIL). Nel settore finanziario, crediti e depositi sono fortemente aumentati, garantendo alle banche forti guadagni. Questa performance positiva dell’economia haitiana è continuata anche nel primo trimestre dell’anno fiscale 2010 (ottobre-dicembre 2009). Le proiezioni, in effetti, indicavano per il 2010 una previsione di crescita positiva del 3,6 per cento e un’inflazione annuale dell’8 per cento. Il sisma del 12 gennaio 2010 ha messo in pesante crisi tutto questo buon andamento complessivo, con danni gravissimi anche alle infrastrutture della capitale Port-au-Prince.

 

Port-au-Prince: “Vilaj Itlyen”
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Port-au-Prince: “ Villaggio Titanyen”
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